PINOCCHIO – IL BURATTINO AMICO DELLA SEMIOTICA

Pinocchio - Il burattino amico della Semiotica

Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, di Carlo Lorenzini detto Collodi, scritto a Firenze nel 1881, presenta molti spunti polisemantici.

A partire dai quadrati semiotici, dei quali il più evidente è senza dubbio quello che vede come protagonisti:

  • Burattino – Pinocchio
  • Umano – Geppetto
  • Non burattino – le marionette di Mangiafuoco che si animano quando incontrano Pinocchio
  • Non umano – il Grillo Parlante, il Gatto e la Volpe, la Fata Turchina
Geppetto, nella memorabile interpretazioni di Nino Manfredi nella trasposizione cinematografica di Luigi Comencini

Non dimentichiamo il modello attanziale presente con tutti i suoi sei attanti:

  • Soggetto – Pinocchio
  • Oggetto – diventare un bambino vero
  • Aiutante – la fata, il Grillo
  • Opponente – il Gatto e la Volpe, le sue bugie e disobbedienze
  • Destinante – Geppetto, che lo modella
  • Destinatario – Pinocchio e Geppetto

Non mancano le figure archetipiche:

Pinocchio è archetipo dell’Innocente all’inizio del romanzo, dell’orfano a metà e del martire alla fine. Per tutta la narrazione ricopre il ruolo del viandante.

La Fata Turchina è archetipo del Mago, come lo stesso Geppetto, che crea il burattino parlante.

La Fata Turchina nell’interpretazione di Gina Lollobrigida

La fiaba è metafora della formazione di ogni bambino e bambina, che se studia, obbedisce e si comporta bene diventa il meglio di se stesso e gioia e soddisfazione dei genitori, mentre, se si lascia irretire dall’ozio, si riduce a un animale, diviene un somaro – simbolo dell’ignoranza e del lavoro faticoso e sottopagato.