QUENTIN METSYS
I SIMBOLI DELL’AVIDITÀ NEL CAMBIAVALUTE CON SUA MOGLIE

Bello e interessante questo dipinto del 1514 di Quentin Metsys, conservato al Louvre e intitolato ‘Il cambiavalute con la moglie’.
I due protagonisti fra le cinque persone presenti nell’opera [una riflessa nel piccolo specchio, le altre due dietro la moglie, che parlano] sono prosopopee [dette anche personificazioni] dell’avidità.

Il denaro, simbolo del possesso, della ricchezza e della bramosia, viene pesato con una bilancia, simbolo della giustizia, meglio ancora, del Giudizio finale che peserà le anime dei buoni e dei corrotti come adesso, per contrappasso, l’usuraio pesa le monete.
Le ricchezze distraggono la moglie dell’usuraio dalle sue letture sacre, evocando le parole del Vangelo: «Nessun servitore può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza».

Lo specchio, oltre alla funzione di “effetto speciale” che permette allo spettatore di intravedere un cliente del cambiavalute, di fronte a lui, in bottega, è simbolo della vanità di chi, per comprarsi oggetti e begli abiti, perde la purezza dell’anima.

Un simbolo del peccato è la mela rossa posta sullo scaffale, sopra il cambiavalute, fra libri contabili e oggetti vari che servono per la professione.
Una candela, simbolo della ricerca interiore e della verità, è spenta.
Le perle, che appaiono in primo piano, sono da sempre simbolo dell’anima incarnata in un corpo fisico. L’anima perlacea era innocente, pura, piena di fede e saggezza, anche se circondata dalla corruzione del mondo.

Le perle, quindi, sono un monito a ritrovare la primitiva purezza, abbandonando il peccato dell’avidità, che corrompe e distrugge per sempre lo spirito umano.
Ecco il video con l’analisi del dipinto, a cura di Ars Europa:

